BCE 18 dicembre 2025: tassi fermi al 2,00% e mutui 2026, cosa fare ora

Punto chiave in 30 secondi
- La BCE ha chiuso il 2025 lasciando invariati i tassi: depositi 2,00%, rifinanziamento principale 2,15% e nuovo tono "wait-and-see" dopo otto tagli in 12 mesi.
- Le proiezioni BCE vedono inflazione all'1,9% e PIL all'1,2% nel 2026: un quadro di normalizzazione che riduce la probabilità di tagli rapidi a inizio anno.
- L'Euribor 3M continua a scendere: fixing 2,043% (2 dicembre 2025), ai minimi da fine 2022.
- Le offerte mutuo di dicembre mostrano TAN medi 2,8-3,1% sul fisso e 2,2-2,5% sul variabile; i green scendono fino a 2,75% fisso e 2,18% variabile.
- Mercato immobiliare: prezzi residenziali +4,5% nel 2025, con assorbimento dello stock previsto nel 2026; finestra favorevole ancora aperta.
Perché la BCE ha premuto "pausa"
Il Consiglio direttivo del 18 dicembre 2025 ha lasciato invariato il corridoio dei tassi (2,00% depositi; 2,15% MRO). La decisione riflette tre fattori: inflazione già vicina al target (1,9% nel 2026), crescita moderata ma positiva (PIL 1,2%) e la volontà di misurare l'effetto degli otto tagli cumulati dal 2024 prima di intervenire ancora.
Il messaggio chiave è prudenza: la BCE non promette nuovi tagli a breve, ma lascia aperta la porta se i dati macro rallentassero oltre le attese. Per i mutuatari significa che lo scenario "tassi bassi ma stabili" potrebbe protrarsi almeno per il primo trimestre 2026.
Euribor e IRS dopo la riunione
- Euribor 3M a 2,043% il 2 dicembre, in discesa costante dai 2,60% di giugno: il costo della componente variabile è tornato sui livelli pre-2023.
- Gli IRS restano laterali attorno al 2,7-3% (coerenti con i migliori TAN fissi 2,8-3,1% rilevati a dicembre).
Tradotto: il differenziale tra fisso e variabile si è ristretto a 40-60 bps. Con un Euribor già molto basso, il beneficio addizionale di futuri tagli BCE sul variabile sarebbe limitato, mentre il fisso blocca condizioni ancora storicamente basse.
Quanto costa oggi un mutuo (dicembre 2025)
- Fisso: TAN medio 2,8-3,1% (green dal 2,75%).
- Variabile: TAN medio 2,2-2,5% (green dal 2,18%).
Per un finanziamento da 150.000 euro a 25 anni:
- Variabile 2,30% = rata circa 658 euro;
- Fisso 2,90% = rata circa 704 euro. La differenza è circa 46 euro/mese: un gap contenuto che rende il fisso una polizza di stabilità a costo relativamente basso.
Strategie operative entro gennaio 2026
-
Nuovo mutuo prima casa
- Se reddito stabile, il fisso 25-30 anni al 2,8-3,0% offre protezione a un costo extra limitato rispetto al variabile.
- Chi punta al variabile scelga spread inferiore all'1,3% e, se disponibile, un'opzione cap per sterilizzare eventuali risalite Euribor.
-
Surroga/rinegoziazione
- Mutui stipulati 2022-2023 oltre il 3,5% possono scendere di 60-120 bps; priorità a chi ha LTV inferiore al 70% e documentazione reddituale aggiornata.
- In caso di rata già bassa, valutare surroga "green" se l'immobile è in classe C o D: i TAN scendono fino a 2,75% fisso/2,18% variabile.
-
Tempistiche
- La finestra gennaio-marzo 2026 è favorevole: Euribor stabile sui minimi e banche in campagna commerciale invernale.
- Attendere ulteriori tagli BCE comporta beneficio limitato (circa 10-15 bps stimati), mentre il rischio è trovare spread più alti se la domanda riparte.
-
Mercato immobiliare
- Prezzi +4,5% nel 2025 con assorbimento dello stock atteso nel 2026: chi compra ora evita la combinazione di valori più alti e spread potenzialmente in risalita.
Checklist pratica (48 ore)
- Richiedi pre-delibera con doppia opzione fisso/variabile per bloccare condizioni di fine anno.
- Prepara APE e preventivo lavori se vuoi accedere alle offerte green.
- Confronta almeno 3 banche includendo una online: i migliori spread variabile sono inferiori all'1,30%, i migliori spread fisso inferiori all'1,10%.
- Se hai già un variabile, chiedi simulazione rata con cap: spesso l'extra costo di spread è limitato e aggiunge protezione sul ciclo 2026.
Il momento giusto per agire
La pausa BCE di dicembre non è una parentesi, ma l'inizio di una fase di stabilità vigilata: tassi bassi, ma senza la certezza di altri tagli nel breve. Con un differenziale fisso/variabile minimo e l'Euribor già vicino al floor, la scelta più robusta per la maggior parte dei profili è bloccare ora un fisso sotto il 3% o, in alternativa, un variabile con cap. Agire a gennaio permette di sfruttare condizioni ancora ai minimi e di anticipare eventuali rincari di spread se la domanda di mutui e il mercato immobiliare accelerano nel 2026.